28 Settembre 2016
Domenica scorsa ho deciso di passare uno splendido e soleggiato pomeriggio, d’inizio autunno, a pochi km da casa. Al Castello di San Pelagio, che sorge nella frazione di Due Carrare denominata Terradura. È stato un viaggio emozionante tra i suoi splendidi giardini, un piacevole “perdersi” all’interno dei labirinti e una favolosa scoperta al Museo dell’aria dedicato alla storia del volo.
La prima proprietà del Castello risulta esser stata di una famiglia padovana nel 1544, i Sant’Uliana. Nella metà del Settecento i conti Zaborra divennero i nuovi proprietari. Grazie a questa famiglia vi furono notevoli ampliamenti del complesso. Durante la prima guerra mondiale Villa Zaborra fu, per circa un anno e mezzo, sede dell’87ma squadriglia aerea capitanata da Gabriele D’annunzio.
L’impronta che Roberto Zaborra ha dato ai giardini di San Pelagio è ancora leggibile. Qui si trova un’armonia di rapporti con il paesaggio circostante attraverso archi, fughe prospettiche, vasche a peschiera e statue. Il giardino di rappresentanza con le sue 200 varietà di rose, nasce da una ricerca trentennale nei vivai di tutta Europa.
Al Castello di San Pelagio – Villa Zaborra si viene accolti da uno splendido roseto d’ingresso, chissà che meraviglia a maggio in piena fioritura!
Dopo aver fatto il biglietto d’ingresso (8,50€) per gli orari consultate il sito San Pelagio, si accede al Giardino di Rappresentanza dove è collocata la bella vasca delle ninfee. Al suo centro si nota una testa in bronzo, dono dell’artista Vittorio Merlo. Nelle quattro aiuole che circondano la vasca, si dice che fioriscano le rose più belle. Tra le rose, un po’ più in là, si trova un aereo di addestramento. Non può passare inosservata la suggestiva torre trecentesca. Sul lato destro della torre, vi è un’aiuola di peonie cinesi, mentre lungo tutto il perimetro interno fioriscono gelsomini, ortensie, rose e clematidi.
Ci si incammina poi lungo un viale, è la Carpinata, così definito perché dominato da carpini centenari topiati a tunnel. Dei veri e propri “monumenti verdi”. La funzione del viale era un tempo quella di collegare la parte residenziale all’area agricola.
Una volta giunti in fondo al viale si estende a destra l’antica peschiera, mentre davanti sorge, sotto la montagnola, la Ghiacciaia. Dalla cima della montagnola si può ammirare il panorama dall’alto, il laghetto, il prato, il labirinto ed il campo da cui, la mattina del 9 agosto 1918, D’Annunzio e i piloti della Serenissima partirono per Vienna, compiendo il più bel volo di tutti i tempi. Tornando giù, ai piedi della montagnola, si trova un altare dedicato alla Madonna di Loreto protettrice degli aviatori e due reperti aeronautici.
È arrivato il momento più divertente, quello di perdersi all’interno dei due labirinti, il primo è il Labirinto del Minotauro, che dopo qualche errore di percorso si arriva al centro dove è collocato… proprio il Minotauro! Nel secondo labirinto non ci si può sbagliare, è un percorso unilaterale. Il suo nome “forse che si forse che no” deriva da un famoso motto di Francesco II Gonzaga, duca di Mantova, che piacque qualche secolo più tardi a D’Annunzio. Il labirinto è perciò dedicato a quest’ultimo, al suo centro un gioco di specchi allude al concetto di doppio e crea un senso di straniamento.
Dopo aver percorso il Prato dei Cento Passi si giunge al Giardino Segreto. Si tratta di un giardino più intimo, famigliare. Bellissima la vasca ovale in pietra il cui uso sembra esser stato termale. Anche qui la presenza di numerosi alberi monumentali.
Con tutto questo verde ci si riempie i polmoni di ossigeno buono, gli occhi della bellezza della natura e l’olfatto dei profumi dei fiori. Rimane solo di scoprire l’affascinante Museo del Volo. Il percorso di visita comincia nell’androne sotto la torre. Al piano terra è collocato l’albero genealogico della famiglia Zaborra, due gigantesche eliche di bombardieri e alle pareti alcuni pannelli illustrano la mitologia del volo con Icaro, Fetonte e Pegaso.
C’è poi una sala dedicata alla Aviazione Nazionale Repubblicana e una sala a parte dedicata a Leonardo da Vinci dove sono esposti alcuni modelli disegnati dal genio italiano. La Sala delle Mongolfiere è davvero uno spettacolo, la volta in particolar modo, affrescata con motivi ornamentali di grande effetto. Appese al soffitto tre mongolfiere in gesso e un dirigibile. Un tempo questa era la sala da ballo della Villa.
Bellissima anche la Cucina con soffitti a volta. Qui si può ammirare un grande camino in pietra, lo scalda -vivaie e vari utensili. La cucina era la mensa dell’87ma squadriglia capitanata da d’Annunzio. Al primo piano viene raccontata la storia dei pionieri del volo e si trovano gli appartamenti di d’Annunzio. Negli antichi granai ci sono il modello dello Zeppelin e l’Hindenburg che è stato il più grande dirigibile del mondo.
Gli antichi fienili sono caratterizzati dai soffitti a capriate con imponenti travature. Qui si vede appeso il paracadute frenante e anche una bicicletta da paracadutista!!!
In ordine s’incontra successivamente la storia dell’elicottero, la sala della Luna, le frecce tricolori, l’aviazione civile e militare, le esplorazioni spaziali, i droni e i prototipi degli aerei del futuro. Infine la sala dei motori d’aereo e la storia delle comete.
Visitare il Castello di San Pelagio è davvero un piccolo emozionante viaggio, sia dentro che fuori. Non perdetevelo se siete in zona!
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